L’ulcera venosa è un’autolesione dei tessuti, di dimensioni e profondità variabili, localizzata nella zona della caviglia. È caratterizzata da un andamento cronico e da una guarigione lenta e non spontanea, per cui necessita di interventi specifici per la riparazione tissutale. Tende inoltre a recidivare finché non si interviene sui meccanismi emodinamici che sostengono la sua genesi. Se particolarmente profonda, può lasciare intravedere strutture sottostanti, come fasce, muscoli e tendini, ma ciò accade più spesso nel caso di ulcere infette o di ulcera arteriosa, piuttosto che venosa.
E’ espressione dell’insufficienza venosa del circolo superficiale o safenico nel 30% dei casi mentre dimostra un’incidenza pressochè doppia quando l’insufficienza valvolare colpisce i tronchi venosi profondi, spesso esito di pregresse trombosi venose. Comunque la causa finale è sempre un danno del microcircolo causato da aumento della pressione venosa e rallentamento di flusso.
Il dolore si manifesta in modo severo in circa il 60% dei casi e richiede l’uso di analgesici; non è proporzionale alla gravità del processo ulceroso perché anche piccole ulcere possono essere molto dolenti; spesso è espressione di un quadro infettivo sovrammesso.
L’ulcera venosa è sempre una risultante delle alterazioni emodinamiche e della risposta del tessuto da parte del Sistema Regolatore Basale, ossia dell’insieme delle funzioni che sostengono l’equilibrio omeostatico (vedi terapie associate).
Un approccio corretto prevede azioni terapeutiche mirate a ciascuna di queste due componenti. La correzione dell’alterazione emodinamica è perseguita con la strategia conservativa CHIVA, o, in casi particolari, soppressiva, con un trattamento scleroterapico eventualmente ecoguidato. Viene applicato sistematicamente un bendaggio elasto-compressivo, che facilita il drenaggio dei tessuti innescando processi di rimozione dei tessuti alterati, stimolando così la ricrescita tissutale.
E’ fondamentale il controllo delle infezioni batteriche attraverso il bendaggio associato a medicazioni dedicate, un trattamento antibiotico mirato e nei casi resistenti la sterilizzazione laser. Quest’ultimo utilizzato anche, ad energie diverse, per la stimolazione della crescita tissutale.
L’ottimizzazione della risposta del Sistema Regolatore Basale è ottenuta con un corretto stato nutrizionale e una regolazione specifica dei vari componenti del sistema (vedi terapie associate).