Questa non è una limitazione, una riserva al concetto di conservazione; abbiamo già detto che la sclerosi dei tronchi venosi maggiori è una terapia soppressiva, equivalente allo stripping e alle tecniche laser endovascolari.
Il trattamento scleroterapico che può seguire la CHIVA ha due ruoli:
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- come “rifinitura”, un completamento nel caso in cui ci si trovi in presenza di tratti varicosi periferici che nel tempo non risentono del beneficio del trattamento conservativo applicato secondo i canoni descritti, varicosità residue e resistenti, non controllabili e non altrimenti recuperabili e d’altronde senza rilevanza emodinamica per l’economia dell’intero sistema; un problema prevalentemente estetico e quindi correggibile con un trattamento demolitivo di tali vasi.
- come mezzo per trattare piccole varici che si formano nel tempo, espressione dell’evoluzione della malattia varicosa. Tale approccio scleroterapico presuppone l’applicazioni di tecniche, molte delle quali personali, finalizzate al trattamento della varice senza coinvolgere nella sclerosi il tronco safenico.
Non tutte le varici dell’arto inferiore sono suscettibili di un trattamento conservativo, come per esempio alcune recidive anarchiche dopo stripping, ove si impone un trattamento scleroterapico.